Obiettivo e struttura dell’evento

L’obiettivo generale della conferenza è stato riflettere sul duplice ruolo strategico che il Programma JPO svolge operando da un lato nel settore dello sviluppo e dall’altro sul piano della formazione di giovani funzionari internazionali che, con il loro apporto professionale, umano e culturale contribuiscono al rafforzamento delle relazioni tra l’Italia e le Nazioni Unite.

L’incontro ha rappresentato inoltre l’occasione per sottolineare come i giovani formati attraverso il Programma JPO costituiscano una risorsa preziosa e con ampie prospettive, sia nella misura in cui continuano a prestare servizio all’interno delle organizzazioni internazionali, sia nel momento in cui mettono la propria professionalità al servizio della pubblica amministrazione, del settore privato, delle organizzazioni non governative, delle università e dei centri di ricerca.

Inaugurata nella sessione di apertura con il saluto delle istituzioni promotrici, la conferenza si è articolata in quattro sessioni plenarie che, nel ripercorrere la storia del Programma JPO dagli esordi fino ai giorni nostri, mettono in evidenza gli sviluppi più significativi che lo hanno caratterizzato nei suoi quarant’anni di vita, nonché le sfide che dovrà affrontare per preparare nuove generazioni di funzionari che siano “fit for purpose” nel contesto della nuova agenda di sviluppo 2030.

La prima sessione ha illustrato i risultati conseguiti attraverso il Programma JPO,  mettendo in luce la percezione che ne hanno i principali attori coinvolti anche a fronte dei risultati di un’indagine che ha coinvolto negli ultimi mesi coloro che in questi decenni hanno preso parte al  Programma. Ha trovato spazio in questa sessione una riflessione sulle aspirazioni, aspettative e attuali possibilità di carriera dei JPO, accanto a un confronto con gli esiti di un’analoga indagine effettuata dieci anni or sono in occasione del trentesimo anniversario del Programma JPO.

 

Nella seconda sessione, gli interventi di ex JPO che hanno raggiunto posizioni apicali nelle organizzazioni internazionali, hanno posto al centro del dibattito il contributo professionale, umano e culturale che i funzionari italiani apportano alle organizzazioni internazionali e, più in particolare, al consolidamento della collaborazione tra l’Italia e le Nazioni Unite. A questa riflessione si è accompagnata un’analisi più generale del ruolo che il Programma JPO ha giocato nel rafforzare la presenza italiana in seno alle organizzazioni internazionali.

La terza sessione ha messo invece a fuoco l’impatto che il Programma JPO ha avuto sulla carriera di coloro che non hanno proseguito il proprio percorso professionale nelle organizzazioni internazionali ma che, rimasti in ogni caso professionalmente attivi nell’ambito degli affari internazionali e della cooperazione allo sviluppo (nel settore pubblico, privato o non governativo), hanno concorso in maniera egualmente rilevante allo sviluppo dei rapporti internazionali dell’Italia.

La quarta e ultima sessione si è concentrata sulla capacità delle Nazioni Unite e della funzione pubblica internazionale di implementare la nuova agenda di sviluppo 2030 negli anni a venire. Il tema è stato trattato nel contesto della discussione internazionale su “fit for purpose”, soprattutto in riferimento alla componente delle risorse umane e alle  potenzialità di cui il sistema delle Nazioni Unite dispone allo scopo di servire i programmi paese nel modo più efficace.

In ogni sessione era previsto, a conclusione degli interventi dei relatori,  un tempo riservato al dibattito in aula.

Tra i relatori sono intervenuti, accanto ai rappresentanti delle istituzioni promotrici dell’evento, diversi ex JPO italiani operanti in organizzazioni internazionali, nel settore privato, nel settore pubblico, o in organizzazioni non-governative, nonché funzionari di alto livello di alcune organizzazioni internazionali.

 

14 dicembre 2015 - Aula dei gruppi parlamentari - Camera dei deputati - Roma